lunedì, maggio 12, 2008

3 - DALLA PARATASSI ALL'IPOTASSI...E RITORNO

Dallo stile segmentato (testo paratattico)
allo stile coeso (testo ipotattico)
…e ritorno

Regola n° 1: Il testo paratattico (ovvero: preferenza per lo stile segmentato) non è indice di minore maturità stilistica o di “incapacità a scrivere” rispetto al testo ipotattico (stile coeso)

Regola n° 2: attenzione a non confondere un testo paratattico con un testo dalla struttura elementare, “primitiva” (tipico di chi ha difficoltà a concettualizzare e ad esprimersi nella lingua scritta).

Regola n° 3: Il testo paratattico è frutto di un meticoloso lavoro di chiarificazione, semplificazione, riduzione. Generalmente esso è il punto di arrivo (non di partenza) di chi ha fatto della scrittura il proprio mestiere: giornalisti, narratori, studiosi…

1) Nello stile segmentato le frasi, tutte principali, sono unite:
- per coordinazione (e…e = congiunzioni coordinative; ma = cong. avversativa)
- per asindeto (,…,…;…;)
2) Nello stile coeso da una frase principale autonoma dipendono più subordinate di I°, II°, ecc.


Due o più proposizioni coordinate possono trasformarsi in principale + subordinata attraverso l’uso di:
- congiunzioni subordinative: benché, affinché, quando, sebbene…
- pronome relativo: che, il quale, per il quale, con il quale….
- participio passato del verbo
- gerundio
- complementi vari
- nominalizzazione del verbo

Esempio: Pietro è andato al cinema; ha portato con sé Maria; Maria è la sua fidanzata (testo paratattico)

o Quando Pietro è andato al cinema ha portato con sé la fidanzata Maria
o Pietro, che è fidanzato con Maria, l’ha portata al cinema
o Andando Pietro al cinema, ha portato con sé Maria, la fidanzata
o Pietro, fidanzato con Maria, l’ha portata al cinema
o Pietro ha portato al cinema la sua fidanzata Maria

Esistono, dunque, vari modi per trasformare un testo paratattico in uno ipotattico: è da preferire, generalmente, la soluzione più “economica”, ovvero quella che richiede l’impiego del minor numero di elementi all’interno della frase

Registro formale e registro informale della lingua
La scelta del registro linguistico è una scelta di coerenza… va difesa fino in fondo! Le differenze tra registro formale e registro informale sono particolarmente evidenti nell’ USO DEL CONGIUNTIVO

Il congiuntivo è obbligatorio sia nel registro formale che informale della lingua:

o Dopo alcune congiunzioni subordinanti (affinché, benché, sebbene, qualora)
o Dopo alcune espressioni impersonali (è bene, è necessario,bisogna che, è facile, difficile che, può darsi che, può darsi che, è meglio che)
o Dopo alcuni verbi che esprimono desiderio, speranza, permesso, ordine, interdizione (mi auguro che, spero che, desidero che, voglio che)
o Con aggettivi e pronomi indefiniti (chiunque, qualunque…)

Congiuntivo o indicativo in alternativa (a seconda del registro adottato):
o Dopo alcune espressioni impersonali (è naturale che, è strano che, è peccato che, è bello che, è brutto che)
o Nei periodi ipotetici dell’irrealtà (Se studiavo era meglio; se avessi studiato sarebbe stato meglio)
o Nelle frasi interrogative indirette (Mi chiedo chi sei veramente; Mi chiedo chi tu sia)
o Nelle espressioni comparative, superlative (è il libro più bello che conosco)
o Verbi che esprimono opinioni (credo che, sembra che, pare che)

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