lunedì, maggio 12, 2008

11 - NORME EDITORIALI (ANCHE PER LA TESI DI LAUREA...)

Norme redazionali per l’elaborazione di una tesi di laurea

Norme di carattere generale
1) Usate l’interlinea 2: fate cioè in modo che tra una riga e l’altra del testo ci sia ampio spazio bianco per facilitare la lettura e l’inserimento di indicazioni e correzioni manuali.
2) Numerate ogni foglio. Ogni word processor permette di numerare automaticamente le pagine al momento della stampa su carta.
3) Conservate sempre una copia di riserva (floppy disk o cd rom) del lavoro

Mentre digitate IL TESTO…

Inserite nel testo solo gli spazi richiesti dalla separazione tra le parole e le frasi.
Andate «a capo» (usando il tasto «invio» o «return») solo alla fine di un capoverso.
Usate pure il correttore ortografico automatico Ma ricordate che ci sono errori che il computer non individua: es. “Il chiaro di lana” e “Il chiaro di luna”, per il computer sono giuste entrambe le frasi!

...ricordate che:

USO DELL'ACCENTO A FINE DI PAROLA
Attenzione alla corretta accentazione e apostrofazione di congiunzioni, avverbi, pronomi, ecc.
L’accento è sempre grave ( ` ) sulle vocali a, i, u
più
già
così
dà (per distinguere la voce del verbo “dare” dalla preposizione uguale)
là (avv. di luogo, per distinguerlo dall’articolo “la”)
lì (avv. di luogo, per distinguerlo dall’articolo “li”)
Sulle vocali e ed o può essere sia acuto ( é ) che grave ( è )
Vogliono l’accento grave (vocale aperta):
caffè
thè
è
cioè
Vogliono l’accento acuto (vocale chiusa):
perché
affinché
giacché
sé (pronome, ma se scrivo “se stesso” l’acc. non ci vuole)
né…né (congiunzioni coordinate; “ne” pronome non vuole l’accento: “il caffè è buono, ne vuoi un po’?”)

APOSTROFI
Vogliono l’apostrofo:
alcune parole che hanno subito il troncamento di un’intera sillaba
po’ (poco)
mo’ (modo)
be’ (bene)
ca’ (casa)

Alcuni imperativi
da’ /dai (da’ retta a tua madre!)
di’ / dici (di’ pure quello che pensi)
fa’ / fai (fa’ presto!)
sta’ / stai (sta’ zitto!)
va’ / vai (va’ e torna subito!)

“qual è” si scrive senza apostrofo

USO DLLE VIRGOLETTE
a) virgolette semplici alte (“ ”): per evidenziare nel testo singole parole cui si desidera dare un rilievo o una sfumatura particolare;
b) doppie virgolette basse (« »): per citazioni di ogni genere all’interno di un testo, per titoli di giornali e di riviste, per capitoli e paragrafi di un libro.

CITAZIONI
Le citazioni lunghe (più di quattro righe) verranno composte in corpo minore e staccate rispetto al testo della tesi.
Le citazioni brevi vanno inserite nel testo tra doppie virgolette basse (« »). Se detti brani contengono, a loro volta, altre citazioni, queste vanno contraddistinte con virgolette doppie alte (“ ”).
Se si saltano alcune frasi o parole all’interno di una citazione, l’omissione verrà indicata con tre puntini tra parentesi quadre [...].
L’uso del corsivo è consentito e richiesto per parole in lingua straniera o in latino.

NOTE
Le note vanno poste a piè di pagina, se il programma utilizzato lo consente, e contraddistinte con numerazione progressiva continua iniziando da 1.
Il numero di richiamo dev’essere posto in esponente, senza parentesi, dopo l’eventuale segno di interpunzione.
Come si cita un libro o un articolo nella nota?
L’informazione deve essere quanto più possibile completa ed esatta
Per i volumi:
a) nome puntato e cognome dell’autore
b) titolo dell’opera in corsivo;
c) eventuale indicazione del volume con cifra romana, (es. vol. IV)
d) luogo di pubblicazione;
e) nome della casa editrice;
f ) data di pubblicazione;
g) numero di pagina (p.) o delle pagine (pp.)

Esempi:
B. Croce, La poesia di Dante, Bari, Laterza, 1943, p. 55.
L. Salvatorelli, Profilo della storia d’Europa, vol. II, Torino, Einaudi, 1944, pp. 809–12.

Per gli articoli di riviste e giornali
a) il nome dell’autore e il titolo dell’articolo hanno le stesse caratteristiche sopra riportate per le citazioni di volumi.
b) titolo della rivista va in tondo tra virgolette «doppie basse», con le seguenti indicazioni disposte in quest’ordine:
c) annata o volume della rivista in cifra romana (I, II, III, IV, V, ecc.)
d) numero di fascicolo in cifra araba (1, 2, 3, 4, 5, ecc.)
e) anno solare della pubblicazione della rivista in cifra araba
f) numero di pp.

Esempi:
C. Santoli, La poesia di Gioacchino Belli, «Sinestesie», a. II, n. 2, 2005, pp. 22-35.
Se citiamo da un quotidiano:
B. Severgnini, Gli italiani che scrivono, «Il Corriere della sera», 28/02/2008, p. 4.


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